Il tetto ha da sempre riconosciuta una funzione che va al di là di quella puramente funzionale, che è quella di proteggere le cose importanti, non solo la casa ma anche garantire il benessere a chi la abita.
Dal punto di vista architettonico, il tetto definisce la parte superiore di un edificio, quella che è a diretto contatto con l’esterno. Da una parte è chiamato a difendere la struttura dagli agenti atmosferici, dall’altra a proteggere dall’umidità e impedire la dispersione del calore.
Il tetto deve quindi proteggere dalla pioggia, resistere alle sollecitazioni date dalla neve e dal vento, e diminuire la dispersione termica dell’edificio.
Le parti che compongono un tetto sono due:
- la struttura portante, con la funzione di sostenere la struttura e il manto di copertura, che può essere realizzata con diversi materiali: legno, acciaio, cemento armato;
- il manto di copertura, con la funzione di preservare l’ambiente dagli agenti atmosferici e dall’invasione di animali, e che garantisce l’impermeabilità all’acqua.
Le tipologie di tetti sono molteplici. Solitamente si distinguono in base alla forma: tetti piani, tetti curvi e tetti a falde.
I tetti piani, inizialmente destinati alle coperture non residenziali anche per la loro minor capacità di garantire l’isolamento termico necessario, oggi si utilizzano anche per le abitazioni.
Si sta inoltre sviluppando a livello architettonico anche una loro peculiare versione, quella del roof garden, il tetto che ospita giardini e verde, pensato ad esempio nei contesti delle grandi città per ottimizzare gli spazi.
I tetti piani hanno una pendenza minima, sufficiente per assicurare lo smaltimento dell’acqua. Secondo la normativa si definiscono tetti piani quelli con pendenza minore del 5%.
Il sistema di impermeabilizzazione è costituito da un insieme di strati, la cui scelta deve tener conto dell’accessibilità della copertura e delle condizioni climatiche in cui è inserita. Particolare attenzione va posta proprio nella progettazione della stratigrafia, per evitare la formazione di condensa interstiziale.
I tetti curvi hanno forma a volta, e il piano di falda non presenta un andamento rettilineo. Vengono normalmente trattati come tetti a falde sebbene, a differenza di questi ultimi, non presentino la linea di colmo.
Sui tetti curvi è possibile installare sia coperture continue, come manti bituminosi o sintetici, che discontinue, come pannelli o lamiere.
I tetti a falde invece sono caratterizzati da facce piane inclinate sorrette da una struttura portante. La forma di un tetto, quindi, viene determinata da una o più facce piane inclinate, dette falde o spioventi. Il grado di pendenza normalmente è dato dall’intensità delle precipitazioni nevose che caratterizzano l’area geografica dell’edificio.
Il tetto a falde è caratterizzato dai seguenti elementi:
- la linea di Colmo: linea orizzontale posta alla massima quota del tetto;
- la linea di Gronda: linea orizzontale posta alla minima quota del tetto;
- la linea di Displuvio: linea formata dall’intersezione di due falde ad angolo convesso;
- la linea di Compluvio: linea formata dall’intersezione di due falde ad angolo concavo.
I tetti a faldepossono avere pendenze molto variabili. Si parte da una pendenza minima del 10% su strutture industriali fino a pendenze del 200% tipiche delle costruzioni di montagna o dei paesi nordici.
Il materiale utilizzato per la realizzazione del manto di copertura va scelto sia in base alla pendenza delle falde (ogni materiale ha una pendenza minima richiesta) e che ai criteri estetici che funzionali. Solitamente viene realizzata con tegole in cemento o con coppi in cotto.
(in questo articolo puoi trovare spiegati i vantaggi di una copertura con tegole in cemento)
Molto importante è la dimensione dell’isolamento dei tetti a falde, che si distingue in base all’abitabilità o meno del sottotetto.
Nel caso di sottotetti abitabili si parla di tetto caldo: lo strato isolante dovrà essere inserito tra il manto impermeabile e la struttura portante oppure subito sotto ad essa, per evitare la formazione di condensa.
Nel caso di sottotetti non abitabili si parla invece di tetti freddi: lo strato isolante dovrà essere inserito sopra l’ultimo solaio costituente il piano calpestabile del sottotetto e andrà ben coibentato.
Grande importanza dal punto di vista progettuale sta acquistando il tetto ventilato per la sua capacità di migliorare le prestazioni energetiche degli edifici. Il tetto ventilato è una variante del tetto caldo da cui differisce per l’aggiunta di una intercapedine per la ventilazione utile a migliorare la prestazione termica estiva.
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